Siamo giunti alla quarta settimana di Avvento e come di consuetudine condividiamo le parole di don Luca, parroco della Comunità Pastorale san Paolo VI. 

“Saulo era come morto. Gli era apparso Gesù e da quel momento era rimasto cieco, senza forze, col dubbio di aver sbagliato tutto nella vita, con la paura di essere rifiutato dai suoi fratelli ebrei e pure dai discepoli di Gesù. Non poteva più mangiare; non riusciva più a dormire. Fino a quando entrò nella sua casa un discepolo di Gesù, Anania, e lo chiamò per nome: “Saulo, fratello mio”. Come poteva chiamarlo “fratello”? “Mi ha mandato da te il Signore Gesù”. Quella parola di un fratello fece tornare la vita nel cuore di Saulo; la carezza delle sue mani gli fece tornare la vista; la celebrazione del Battesimo gli ridonò la forza.

Il Signore ci dona fratelli e sorelle, una comunità che sia luogo della sua presenza, in cui Gesù stesso ci consola, ci incoraggia, ci accompagna.

Come racconta Matteo, 27 anni: “in un momento di crisi personale, mentre ero scoraggiato e spaventato ho trovato aiuto nella mia comunità: un prete, alcuni amici, e anche alcuni adulti fino ad allora quasi sconosciuti, mi hanno circondato di attenzioni, mi hanno dato fiducia, mi hanno fatto sentire viva quella presenza di Dio di cui ci parlavano nelle preghiere e che per me era sempre stata una parola un po’ vuota”. Elena, 33 anni ricorda: “A parte l’esperienza di essere mamma, i momenti in cui ho sentito palpabile la presenza del Signore nella mia vita sono stati i momenti vissuti nella mia Parrocchia; ricordo un pellegrinaggio di notte per un bambino malato: tante persone, tanta fede; mi sono sentita quasi senza fiato e mi sono detta: Dio è qui tra noi! Lui ci unisce e ci muove!”.

La tentazione di vivere isolati, un cristianesimo “privato”, ci toglie questa speciale presenza di Dio dentro la comunità. Ogni comunità è sempre piena di difetti, noie e anche conflitti ma la parola di Gesù è certa: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”.”.