La teologia cristiana ha da sempre studiato un nodo centrale, unico, fondamentale della sua fede che riguarda il fatto dell’Incarnazione.
Ha scritto il nostro Arcivescovo nella Lettera per l’Avvento: “il Figlio di Dio è divenuto figlio dell’uomo e con il dono dello Spirito insegna e rende possibile ai figli degli uomini abitare i giorni come figli di Dio”.
Stiamo pregando da settimane, ogni sera, l’Angelus. Ripetere le parole dell’Angelo Gabriele alla Vergine Maria ci aiuta a ricordare l’inizio della nostra vita da cristiani: se possiamo dare pienezza al tempo della vita e guardare anche oltre, fino all’eternità, questo è possibile proprio a coloro che sono di Cristo.
Questi ultimi passi dentro il tempo di Avvento si fanno decisivi: non solo dobbiamo vigilare e motivare il tempo, ma anche lo sguardo, perché veda i segni del presepe; dobbiamo affinare l’udito, per ascoltare la voce degli angeli; dobbiamo preparare le gambe, per camminare come i pastori e i magi verso la grotta di Gesù Bambino.
Per molti sarà giudicato tempo perso; per noi è il tempo propizio, che ben conosce la sua meta.
Ci ha lasciato una visione splendida del nostro cammino cristiano un grande Padre della Chiesa, San Gregorio di Nissa: “«Non mancherà mai lo spazio a chi corre verso il Signore. […] Chi ascende non si ferma mai, va da inizio in inizio, secondo inizi che non finiscono mai».
Che bello vivere così! “Correre verso il Signore”, ascendere e non fermarsi mai, gustando da inizio in inizio la bellezza della vita eterna che inizia già ora, in virtù dell’Incarnazione del Signore Gesù.
Proprio per questo la vita cristiana è esigente e appassionante: perché ti offre la via della pienezza, che è Gesù Cristo. Tutto il resto è sempre poco e a poco serve.
Ma con alcuni se ne sta del tutto immobile, senza muovere un passo.
don Nazzareno