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20
DIC
2020

Il Tempo dell’Incarnazione

La teologia cristiana ha da sempre studiato un nodo centrale, unico, fondamentale della sua fede che riguarda il fatto dell’Incarnazione.

Ha scritto il nostro Arcivescovo nella Lettera per l’Avvento: “il Figlio di Dio è divenuto figlio dell’uomo e con il dono dello Spirito insegna e rende possibile ai figli degli uomini abitare i giorni come figli di Dio”.

Stiamo pregando da settimane, ogni sera, l’Angelus. Ripetere le parole dell’Angelo Gabriele alla Vergine Maria ci aiuta a ricordare l’inizio della nostra vita da cristiani: se possiamo dare pienezza al tempo della vita e guardare anche oltre, fino all’eternità, questo è possibile proprio a coloro che sono di Cristo.

Questi ultimi passi dentro il tempo di Avvento si fanno decisivi: non solo dobbiamo vigilare e motivare il tempo, ma anche lo sguardo, perché veda i segni del presepe; dobbiamo affinare l’udito, per ascoltare la voce degli angeli; dobbiamo preparare le gambe, per camminare come i pastori e i magi verso la grotta di Gesù Bambino.

Per molti sarà giudicato tempo perso; per noi è il tempo propizio, che ben conosce la sua meta.

Ci ha lasciato una visione splendida del nostro cammino cristiano un grande Padre della Chiesa, San Gregorio di Nissa: “«Non mancherà mai lo spazio a chi corre verso il Signore. […] Chi ascende non si ferma mai, va da inizio in inizio, secondo inizi che non finiscono mai».

Che bello vivere così! “Correre verso il Signore”, ascendere e non fermarsi mai, gustando da inizio in inizio la bellezza della vita eterna che inizia già ora, in virtù dell’Incarnazione del Signore Gesù.

Proprio per questo la vita cristiana è esigente e appassionante: perché ti offre la via della pienezza, che è Gesù Cristo. Tutto il resto è sempre poco e a poco serve.

Ma con alcuni se ne sta del tutto immobile, senza muovere un passo.

don Nazzareno