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21
MAR
2021

Passare oltre

Condividiamo con voi la riflessione di Don Mauro per la quarta settimana di Quaresima.

 

Osservando con particolare attenzione il dipinto di Van Gogh si notano sullo sfondo due passanti indifferenti: il sacerdote e il levita (un diacono, diremmo noi) sono talmente piccoli e marginali che ci vorrebbe un cannocchiale per osservare i particolari! I due si allontanano nella direzione opposta a quella dell’uomo ferito e, più si allontanano, più diventano piccoli. Non è solo questione di distanza ma il pittore dà un messaggio preciso: diventa piccolo chi “passa oltre”, chi finge di non vedere le ferite del malcapitato. I due uomini, tutti compresi nella sacralità del culto non solo non vedono il bisognoso ma neppure Dio. Infatti svaniscono come nel nulla, puntini quasi invisibili nel racconto pittorico. Sembrano calmi e pacati ma in realtà sono ripiegati su loro stessi. Escono di scena con il volto che guarda a terra e tutto sfuma in modo indescrivibile. Il cielo non si vede e la terra non è osservata.

Van Gogh dà un messaggio: Chi non vede il bisogno non vede nemmeno il cielo, pur essendo sacerdote o levita. Al contrario il buon samaritano è grande e imponente, occupando tutta la parte centrale del quadro.

L’Evangelista Luca descrive il fatto dicendo che il sacerdote e il levita videro ma passarono oltre. Non avevano tempo di fermarsi ma soprattutto non hanno voluto compromettersi.

Il cardinale Martini così commenta nella lettera farsi prossimo:

“Nella parabola del buon samaritano c’è un penoso intervallo tra il gesto criminale dei briganti e l’intervento del soccorritore. Non dobbiamo scavalcare troppo in fretta questo intervallo, rappresentato dall’egoismo del sacerdote e del levita che vedono l’uomo rapinato, e passano oltre. Non dobbiamo pensare che si riferisca agli altri e non a noi. La via per la quale il Signore ci conduce a imitare il buon samaritano, passa attraverso l’umiltà con cui riconosciamo presenti in noi le colpe del sacerdote del levita. Possiamo scorgere nel comportamento di questi due personaggi tre aspetti che rivivono nelle difficoltà che oggi incontriamo nell’esercizio della carità: la fretta, la paura, la ricerca di un alibi. La fretta è il difetto che balza immediatamente all’occhio. Quei due corrono via. Non hanno tempo di fermarsi. Dietro la fretta del sacerdote e del levita si nasconde una realtà più grave, cioè la paura di impegnare la propria persona. Se ci si ferma accanto al poveretto derubato e bastonato, non si sa che cosa potrà accadere: ci vuole tempo e pazienza, bisogna essere pronti a tutto, occorre prepararsi a dare senza condizioni e riserve. Allora si preferisce passare oltre.”

Avere un cuore di padre e iniziare a pregare così: “Signore, dicono che il mondo esiste per caso. Per caso si vive, si muore, si passa accanto al prossimo e si va oltre. Apri i miei occhi Signore, che io veda, mi accorga di tutto quanto posso fare per il mio prossimo.”

 

Don Mauro