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19
DIC
2021

Realtà o sogno?

Condividiamo con voi la riflessione di Don Mauro per la sesta settimana di Avvento.

 

L’inno alla carità si conclude con un messaggio ancor più impegnativo:
“la carità TUTTO SCUSA, TUTTO CREDE, TUTTO SPERA, TUTTO SOPPORTA”. Come è possibile una vita così? Non si tratta forse di un bel desiderio ma irrealizzabile? Senza dubbio è il punto di arrivo di un percorso dove l’accoglienza nella fede della Grazia di Dio trasforma realmente il cuore e la mente di un uomo o di una donna. È il vertice di una vita secondo il Vangelo. In particolare:

  1. Tutto scusa vuol dire evitare ogni giudizio nei confronti del fratello o della sorella. Educarci a “mantenere il silenzio” quando dovremmo esprimere giudizi che possono procurare danno. Scusare non è nascondere il male, ma riconoscere e promuovere il bene che si vede. Quando una persona esprime di continuo giudizi negativi è perché è inquieta, non in pace con sé stessa e incapace di fiducia nel Padre.
  2. Tutto crede non è la creduloneria ma la fiducia nei confronti del prossimo. La fiducia che l’altro potrebbe cambiare, migliorare, crescere nel bene. I sospetti, le chiacchiere e ogni altra forma di delazione sono mancanza di carità.
  3. Tutto spera perché il discepolo di Gesù non vede il futuro né come il luogo dell’affermazione di se né come un tempo di negazione della vita ma il compimento e la piena realizzazione dell’umanità che viene salvata da Gesù morto e risorto.
  4. Tutto sopporta è stare in piedi anche nella prova e nelle contrarietà della vita, perché fondati sulla roccia che è il Signore che sta dentro la nostra storia. Papa Francesco, declinando l’inno alla carità vissuto in famiglia, ricorda che L’inno di san Paolo, che abbiamo percorso, ci permette di passare alla carità coniugale. Essa è l’amore che unisce gli sposi, santificato, arricchito e illuminato dalla grazia del sacramento del matrimonio. È «un’unione affettiva», spirituale e oblativa, che però raccoglie in sé la tenerezza dell’amicizia e la passione erotica, benché sia in grado di sussistere anche quando i sentimenti e la passione si indebolissero. Il Papa Pio XI ha insegnato che tale amore permea tutti i doveri della vita coniugale e «tiene come il primato della nobiltà». Infatti, tale amore forte, versato dallo Spirito Santo, è il riflesso dell’Alleanza indistruttibile tra Cristo e l’umanità, culminata nella dedizione sino alla fine, sulla croce: «Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amato. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la carità coniugale»

Don Mauro