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10
APR
2022

Santa o Autentica?

Condividiamo con voi la riflessione di Don Mauro per la settimana che precede la Pasqua.

 

Nel susseguirsi delle giornate, siamo alle porte della Settimana Santa o, come con maggior precisione sarebbe meglio dire, della Settimana Autentica.

In che senso questa Settimana è Autentica? Forse che tutte le altre cinquantatre settimane dell’anno non lo siano?

Ogni giorno ha la sua autenticità, perché in ogni giorno dell’anno e della vita a ciascuno è dato di vivere esperienze gioiose e faticose, ma comunque fondamentali per individuare il senso dello stare al mondo e l’assunzione di responsabilità che ciò comporta.

Eppure i giorni nei quali veniamo coinvolti nel rivivere la passione, la morte e la resurrezione di Gesù hanno una autenticità propria ed unica. Siamo nel centro, nel cuore della scelta di Dio di comunicarsi a noi. Se, come ricorda la lettera agli Ebrei “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diverso modo ai padri per mezzo dei Profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio (Eb. 1,1-2). L’autenticità sta nel fatto che Dio non ha solo cercato un dialogo con noi, non ci ha solo trasmesso amore e vita, perdono e pace, ma si è donato corpo e sangue nella persona del Figlio, per dare a ciascun uomo e a ciascuna donna l’opportunità della vita: l’individuazione, la presa di coscienza che non solo Dio c’è, non solo è Amore, ma è un Alleato, uno sul quale poter contare in ogni situazione della vita.

Dio non ci parla solo attraverso i grandi personaggi della Bibbia, non ci parla solo attraverso i fatti della storia che, a saperli leggere, sono oggi più eloquenti che mai, ma è credibile e vale la pena ascoltarlo e frequentarlo perché ci parla con il sangue di Cristo, il Figlio Crocifisso. In altre parole, è il dono della Pasqua che si realizza in ogni Eucarestia: “prendete, mangiate…; prendete, bevetene tutti…; fate questo in memoria di me”. L’autenticità è in un gesto? Anche in un gesto, ma il gesto è il morire di Dio per non tradire l’amicizia con noi ed è il risorgere da morte, perché tale amicizia sia eterna.

Nel commento che ha accompagnato le settimane di Quaresima, don Giuliano Zanchi così suggerisce questa autenticità, di Dio, dell’uomo e della donna. “Quando si aprono i nostri occhi, vediamo comparire in tutta la sua freschezza, il gesto di Gesù, la cui presenza ci appare viva e indubitabile nel gesto con il quale abbiamo accettato di dividere il pane della vita. Quindi tutte le volte che gli uomini ci incontrano, quando siamo capaci realmente di dividere il pane della comune umanità, molti occhi si aprono, molte teste si girano, molti incontrano Gesù nel segno di cui siamo portatori, vedono la trasparenza di qualcosa che merita credito, perché ha la gratuità e il disinteresse che chiude la bocca anche agli stupidi. Non appena accettiamo di stare a tavola col mondo di tutti, disposti ancora a dividere il pane della nostra umanità, sentiamo subito che Gesù è presente, anche se non lo vediamo”.

Don Mauro